Fashion Revolution Week è la campagna internazionale nata per chiedere maggiore giustizia ed equità nel settore moda.
Dal 22 al 29 aprile, le piccole e grandi organizzazioni di commercio equo e solidale, insieme ad Altromercato, AltraQualità, Equomercato, Meridiano361, Progetto Quid ed Equo Garantito, si uniranno ad altre organizzazioni e movimenti attivisti da tutto il mondo per porre l’attenzione sulle questioni sociali e ambientali che continuano a rendere insostenibile l’industria del fashion.


Il 24 aprile 2013 l’edificio Rana Plaza, situato a Dacca, capitale del Bangladesh, crollò improvvisamente per un cedimento strutturale, provocando la morte di 1.138 persone, per lo più giovani donne, e il ferimento di oltre 2.500. La struttura ospitava circa 5.000 persone impiegate nella realizzazione di abiti per grandi marchi di moda.
Da quell’episodio Fashion Revolution è diventata l’occasione per denunciare apertamente le anomalie e le ingiustizie del settore fashion e per chiedere ai grandi brand maggiore trasparenza e controllo della catena produttiva, affinché tragedie come quelle di Rana Plaza non si ripetano mai più in futuro.
In stretta connessione con la memoria dei fatti di dieci anni fa, durante la Fashion Revolution Week 2023 verrà dato un forte slancio alla campagna di raccolta firme “Good Clothes, Fair Pay”, l’iniziativa dei cittadini europei (ECI) per chiedere alla Commissione Europea di introdurre una legislazione che richieda ai marchi ed ai rivenditori nel settore dell’abbigliamento di garantire un salario dignitoso ai lavoratori.
“Good Clothes, Fair Pay”, lanciata a luglio 2022 da Fashion Revolution e in collaborazione con Clean Clothes Campaign, intende raccogliere almeno un milione di firme in un anno per poter richiedere leggi concrete a tutela di tante persone coinvolte nelle catene di approvvigionamento di brand e distributori. Un’iniziativa come questa, proprio in occasione dell’anniversario di Rana Plaza, assume un significato e un impatto ancora più forti.
