
Come nasce la cooperativa
La Cooperativa Productores de Panela El Paraiso – brevemente Copropap – nacque nel 1991 da alcune famiglie contadine che coltivavano la canna da zucchero da generazioni su piccoli terreni in ripida pendenza.
Prima della fondazione della Cooperativa i contadini erano costretti ad accettare il prezzo che l’intermediario decideva di pagare loro, anche se era disonesto: i produttori rischiavano di non essere pagati un prezzo giusto per il loro lavoro, che si svolgeva in condizioni assai precarie. Nella provincia di Pichincha, infatti, il territorio montuoso delle Ande rendeva complicato l’accesso, con le strade sterrate spesso non percorribili durante la stagione delle piogge a causa delle frane, una sola linea telefonica nel villaggio di Pacto. A questo si aggiungevano le condizioni di vita degli abitanti del posto, con bassa alfabetizzazione, nessuna scuola superiore nei dintorni. In un contesto come questo, di isolamento, scarsa produttività e mancanza di politiche nazionali di sviluppo o assistenza, la nascita di una cooperativa come Copropap portò una ventata di aria fresca e positiva nelle vite di tutti.
Com’è oggi
Copropap oggi riunisce 47 soci, piccoli coltivatori di canna da zucchero e produttori di panela, uno zucchero integrale biologico prodotto artigianalmente dalla spremitura della canna. Le famiglie dei contadini soci vivono distribuiti in una decina di comunità rurali (barrios) del municipio di Pacto e coltivano estensioni tra i 4 e i 6 ettari. La raccolta qui avviene dieci mesi l’anno grazie alle condizioni climatiche favorevoli che permettono alla canna di maturare praticamente tutto l’anno.
Come lavora
I tempi in cui i campesinos dovevano sottostare ai ricatti dei coyotes, gli intermediari, sono lontani e ora il prezzo equo è un diritto, giustamente guadagnato in un percorso collettivo di duro lavoro e sacrifici per essere sempre più all’altezza delle sfide del mercato e gestire in autonomia con professionalità l’intera filiera produttiva: agronomica, produttiva, logistica e commerciale.
I campesinos non sono più isolati perché lo zucchero Dulcita parte dalla patria della biodiversità per arrivare in molti paesi europei e americani, apprezzato come uno dei migliori zuccheri di canna artigianali biologici.
Cosa produce
Il processo di lavorazione della panela non ha niente a che vedere con quello che avviene in una fabbrica di zucchero che utilizza sbiancanti chimici: ogni fase della lavorazione è sempre stata gestita a livello familiare. La canna da zucchero viene tagliata dai soci con l’aiuto di braccianti assunti in maniera semipermanente; il tagliatore separa il gambo dalle foglie e dalle estremità con il machete, quindi le canne vengono portate ai trapiche, piccoli mulini a motore che estraggono il succo dalle canne meccanicamente e lo avviano alla bollitura per evaporazione dell’acqua. I residui della canna essiccati al sole (bagassa) vengono utilizzati come combustibile per i mulini, gestiti direttamente dai soci. Una filiera ecologica al 100% per creare uno zucchero unico, biologico, integrale, ricco di ferro e sali minerali.